Il Lombardia, Bergamo, ultimi 7 km: sono quelli che sono riuscita a vedere in tv, rosicchiandoli ad un pomeriggio quasi completamente occupato.
Il traguardo ha un sapore dolceamaro, un po’ come la mia giornata. Eppure, ancora una volta, è la bici a recuperarmi coi suoi modi strani e impensati.
Il bellissimo sorriso di Esteban Chaves ha come suo contraltare le lacrime di Diego Rosa. Diego ha speso ogni grammo di energia che aveva in corpo. È partito da gregario e, in casi come questi, il compito è solo uno: dare tutto ciò che si ha per aiutare il proprio capitano.
Dopo un bel po’ di chilometri, però, è arrivato il via libera. Vai, prova tu. E così ha attaccato. Una, due volte, ma sulla linea del traguardo è passato solo per secondo.
E forse è accaduto proprio per quella briciola di forza donata al suo capitano che, all’ultimo metro, ha rivelato la sua mancanza, nonostante lui lo abbia negato. Le lacrime hanno parlato per lui.
Delusione, disillusione.
Dopo una giornata così ci si sente come se si fosse caduti, pur rimanendo saldi in sella. C’è il dolore, c’è la botta. E poi, d’un tratto, si è di nuovo in piedi. Pronti a ripartire.
Perché la vita non insegna solo a perdere, ma soprattutto a essere pronti a riprovarci. Con quella dose di cocciutaggine che ci rende tutti, in fondo, un po’ campioni.
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