Da scoprire a Milano: Starbucks Reserve Roastery

Se ne è parlato per mesi, sbirciando in continuazione Palazzo Broggi, in Cordusio, per cercare di carpire qualche informazione in più sull’apertura milanese più attesa e discussa del 2018. E quando infine Starbucks ha spalancato le sue porte all’inizio dello scorso settembre, ci ha sorpresi un po’ tutti. Diciamocelo, ci aspettavamo la tradizione a base di Frappuccino & Co, ma chi ha imparato a conoscere Milano anche senza viverci ogni giorno – come la sottoscritta – sa che è una città che non si accontenta di offrire il minimo indispensabile.

Ecco perciò servita la Starbucks Reserve Roastery. Ce ne sono solo quattro al mondo (più altre due coming soon), segno che si tratta davvero di qualcosa di speciale.

(Per scoprirla con più tranquillità, ho lasciato passare i primi mesi e le code chilometriche di milanesi e turisti che l’hanno presa letteralmente d’assalto.)

Fonte: https://www.instagram.com/p/BnagAfkgk3W/

L’area antistante Palazzo Broggi – l’oggetto di tutte le occhiate curiose di cui sopra – è stata completamente riqualificata, con la creazione di un dehors composto da piccoli gazebo con tanto di bancone, circondati dal verde: una terrazza su Piazza Cordusio perfetta per godersi una pausa anche all’esterno.

Entrando, invece, ho avuto subito la sensazione di essere cascata in pieno in qualcosa di molto simile alla fabbrica di cioccolato di Willy Wonka.
Rame, ottone, legno, nero, qualche tocco di verde a richiamare il colore originario del caffè, lampade in vetro di Murano e un pavimento alla palladiana conferiscono al tutto un’aria tra il vintage e il contemporaneo, con una ricercatezza del dettaglio svolta davvero minuziosamente. Niente è lasciato al caso, tutto è espressamente ispirato ai valori e allo stile italiano.

Subito all’ingresso si trovano dei piccoli corner shop, caratterizzati da un’accurata selezione di prodotti che spaziano da quelli più strettamente legati al mondo del caffè a capi di abbigliamento o accessori.

La Roastery è pensata per offrire a chi vi entra un’esperienza totalizzante, avvolgente, non il solito e frenetico mordi e fuggi a cui siamo abituati.

Per questo la scelta estremamente curata di tutto quanto (con un occhio di riguardo particolare rivolto alla sostenibilità) rientra perfettamente nella filosofia del locale.

Se alzate gli occhi, scorgerete una fitta rete di tubi – ecco da dove viene la sensazione da Willy Wonka – che corrono in lungo e in largo per tutto il locale, trasportando il caffè dentro e fuori la tostatrice che troneggia al centro, catturando all’istante gli sguardi di chiunque entri. Si è subito tentati di avvicinarsi per scoprire tutto il possibile su cosa accade lì.

Un addetto, infatti, ci mostra un vassoio con i chicchi di caffè disposti secondo la gradazione di colori che hanno prima, durante e dopo la tostatura, raccontandoci in breve come si svolge il processo e raccomandandoci di farci trovare di nuovo lì al momento dell’uscita del caffè dalla macchina, per goderci il momento clou. Il che, fidatevi, merita.

A destra e a sinistra della tostatrice si trovano i due angoli bar, anch’essi altrettanti punti focali della Roastery.

Il Main Bar è quello in cui si possono scoprire le varie modalità di estrazione del caffè: sono sette, partendo da quelli più classici come l’espresso per giungere a quelli più particolari come il Nitro, un cold brew con estrazione a freddo lunga circa venti ore, realizzata con l’azoto.
Il menu comprende una vasta scelta di opzioni, dal Nitro gelato affogato, alla cioccolata o bevande a base di tè – come il famoso matcha latte che prima o poi mi deciderò ad assaggiare.

Il Princi Bar, invece, è il paradiso del cibo. Dolci e salati, compresa la pizza al trancio, sono appannaggio di Rocco Princi, proprietario di alcuni dei forni più rinomati di Milano e conosciuto ormai in tutto il mondo anche grazie alla partnership con le Starbucks Reserve. Anche in questo caso il menu è decisamente ricco e c’è l’imbarazzo della scelta. (Una ragione in più per tornare spesso, anche se ho il dubbio che potrei ricadere nuovamente su una fetta di Sacher.)

Accanto al Princi Bar si trova lo Scooping Bar, dove è possibile acquistare il caffè in chicchi o macinato, scegliendo tra quattro monorigine e il blend Pantheon creato appositamente per Milano.

Salendo le scale, si giunge invece all’Arriviamo Bar, l’angolo mixology per cocktail e aperitivi (appuntamento fondamentale nelle giornate milanesi, si sa). Disponibili sia i drink classici sia quelli ispirati ai caffè e ai tè. Spettacolare il bancone: un’unica lastra di marmo lunga dodici metri. Persino riscaldata.

I prezzi sono un po’ più alti della media, ma perfettamente in linea con ciò che la Roastery offre: alta qualità delle materie prime, continua ricerca e professionalità di tutto lo staff.
(In fondo dubito che vogliate entrare qui per il solito espresso da un euro da trangugiare in piedi, no?)

Insomma, la Starbucks Reserve Roastery non è solamente un bar un po’ più bello e più grande degli altri, ma è un concentrato di esperienze e possibilità a tutto tondo, che corrisponde in fondo all’essenza stessa di Milano – fatta eccezione per il suo lato frenetico che, anzi, qui si cerca di combattere. Una Milano che è stata proprio la fonte di ispirazione di Howard Schultz, il fondatore della catena, fin dal suo primo viaggio nel capoluogo lombardo, avvenuto nel 1983.

Non per niente su una delle pareti in ottone si legge:

Dedicato a Milano, la città che ha ispirato i nostri sogni. Ogni caffè che abbiamo servito ci ha portato qui.

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