La chiamano la Settimana Santa, quella che va dalla Ronde alla Roubaix. A volte coincide con quella vera, quest’anno la precede di sette giorni.
Non so, non mi sembra presuntuoso o blasfemo poter pensare a qualche similitudine tra le due. (O sì?)
A modo suo, anche il ciclismo è un culto e il Belgio, soprattutto, lo pratica con quell’amore che non gli puoi non riconoscere, nelle primavere fatte per tre quarti di pioggia e per un quarto di sole.
A modo suo, la Passione fa sentire tutto il suo dolore nelle pietre che scuotono le bici e forano le ruote, che fanno aprire i calli sui palmi delle mani, nelle cadute, nella terra che sporca i visi facendone maschere.
Sì, il ciclismo ce l’ha, qualcosa di mistico. E non è solo nelle montagne dei grandi giri che, è vero, ti avvicinano fisicamente al cielo. È anche lì, nelle stradine di campagna del Nord, negli acciottolati che strappano all’improvviso e mozzano il fiato. In quei punti in cui, quando alzi lo sguardo, ti capita di incrociare la sagoma di una chiesa e non sai se è solo un maledetto miraggio oppure una benedizione. Nel dubbio, mastichi tra i denti una preghiera.

https://www.instagram.com/p/Bv9muzegatp/ – © Kramon
Oude Kwaremont, al terzo passaggio, esplode come un alleluia anticipato, quello che in Quaresima non si recita e ti rimane sempre sulla punta della lingua.
Parte Bettiol, da solo. Là dietro un po’ lo vedono e un po’ non lo vedono più. Il silenzio dei campi si spezza con le urla della gente, ma lui probabilmente sente solamente il proprio respiro e nient’altro attorno a sé. Non si volta nemmeno più. Va e basta, per diciotto lunghissimi chilometri.

La luce bianca di Oudenaarde avvolge tutto come in una visione. I volti controluce, le bandiere fiamminghe che sventolano, il boato della folla che batte le mani sulle transenne. Un incanto che rimane disegnato per un bel pezzo nello sguardo incredulo di Alberto, circondato di terra e sudore.
Se vuoi qualcosa che non hai mai avuto, devi fare qualcosa che non hai mai fatto – c’è scritto sul suo profilo Twitter.
E cos’è, quel qualcosa che non hai mai fatto? Prendere l’amore, tutto quanto, e farlo fluire fino in fondo, fino a consumarti per poi scoprire quanta luce puoi avere dentro di te.
Non è forse sacro, questo?
