7 consigli letterari (e pensieri sparsi sulla quarantena)

7 libri per 7 giorni oceanomare baricco

Durante questi mesi in cui molti di noi si sono ritrovati ad essere costretti in casa, per colpa di questo stramaledetto coronavirus, sono spuntati come funghi moltissimi modi di passare il tempo. Chi cucina a ritmo serrato, chi fa binge-watching peggio di prima, chi si è dato all’attività fisica (come me, che ho cominciato a praticare un po’ di yoga), da un lato. Dall’altro, però, c’è anche chi non riesce a combinare nulla perché l’ansia può anche paralizzare – e anche duramente.

Credo che non c’è un modo più o meno giusto di affrontare questa “cosa” nella quale siamo finiti senza che lo volessimo. C’è il nostro, fatto dei nostri tempi, di ciò che ci sentiamo (o non ci sentiamo) di fare per provare a reagire o a tranquillizzarci il più possibile.

Io, ad esempio, ho deciso – all’inizio – di non entrare più su Facebook e meno su Twitter. Ora ho ricominciato a farlo, ma sempre con cautela. Non so se avrò voglia di continuare, al di là del gestire pagine e di condividere su Twitter i miei #3FattiDelGiorno con la compagnia di #3facters creata da Valentina Aversano (il suo podcast su Telegram, Pesto, è uno dei miei preferiti per un motivo molto semplice: è sincero).

Un altro segno del fatto che il “come prima” non sarà più possibile, serve un pensiero nuovo, diverso.

Instagram rimane comunque la mia isola felice, dove perdermi tra gli scatti, le parole e le stories (un po’ meno le dirette), evadere un po’ e cercare qualche nuovo spunto di ispirazione. Ultimamente, su questo social, la fanno da padrona anche varie challenge con cui sfidare i propri amici e contatti: ad alcune ho preso parte anch’io, di altre mi sono semplicemente dimenticata nonostante il tag ricevuto. Ma una di queste mi ha dato l’input per cercare di trasformarla in qualcosa che potesse restare oltre le ventiquattr’ore e il cerchietto delle stories in evidenza:

consigliare sette libri per sette giorni.

Ci ho riflettuto qualche giorno e, alla fine, sono arrivata a selezionare sette titoli tutti eterogenei fra loro per autori, tematiche, epoche, tipologia di testi. Dopo averli postati ogni giorno per una settimana nelle mie stories, ho deciso di raccoglierli anche qui: oltre a essere un consiglio di lettura che può valere sempre, queste righe rimarranno anche uno dei tanti ricordi di questo periodo, di quelli che rileggeremo fra mesi o anni e ci faranno tornare in mente ogni cosa. Eccoli qui.

Il giardino segreto, Frances Hodgson Burnett

Uno dei libri che ho letto e riletto più volte durante la mia infanzia – e non solo – oltre a rivedere il film del 1993 (quello con Maggie Smith, per intenderci) ogni volta che lo trasmettono in tv. Una storia di crescita che passa attraverso mille fatiche e sofferenze e che coinvolge tutti i personaggi del romanzo, non solo la piccola Mary. Sullo sfondo, un giardino rimasto chiuso per troppi anni, che rinasce e cresce anch’esso insieme a tutti gli altri.

Hai voluto la bicicletta – Il piacere della fatica

“Cronache come racconti e racconti come cronache” recita la terza di copertina. Si tratta di un’antologia che contiene testi redatti da grandi penne del giornalismo e della narrativa come Gianni Brera, Gianni Mura, il mio concittadino Piero Chiara o Dino Buzzati, che raccontano aneddoti, tappe del Giro d’Italia e del Tour de France o storie di grandi campioni come Pantani e Coppi. Un’immersione nella storia e nel mito del ciclismo (e nella fantasia che lo circonda) che un po’ tutti dovrebbero avere a portata di mano, anche solo per saperne un po’ di più sull’arte della scrittura.

Tu, mio, Erri De Luca

Il dopoguerra, l’estate, Ischia e l’amore per una ragazza di pochi anni più grande che fa crescere il giovane protagonista come forse nessun’altra cosa è in grado di fare. De Luca ha quello stile asciutto e nello stesso tempo estremamente evocativo che, in poche righe o pagine, mi costringe sempre a mettere i miei pensieri a servizio delle parole lette: è come se la scelta del significato fosse demandata al lettore in un modo nel quale è quasi impossibile non accorgersi del compito affidato.

• Le poesie di Emily Dickinson

Non leggo mai poesie una in fila all’altra, mi piace aprire una raccolta e sfogliare finché non trovo quei versi che sembrano messi lì apposta per quel preciso istante. Con la Dickinson mi succede spesso. La potenza della parola, il suo uso rivolto all’essenziale, spesso anche a dispetto delle tecniche compositive, è la prova di uno spirito delicato, fragile e forte nello stesso tempo, da cui lasciarsi rapire almeno una volta nella vita.

La mia famiglia e altri animali, Gerald Durrell

Già presente nella mia top 10 del 2018, ritorna come libro in grado di trasportarci, almeno mentalmente, verso luoghi e avventure da seguire con lo sguardo del piccolo Gerry. È il primo romanzo della trilogia che comprende anche “L’isola degli animali” e “Il giardino degli dei”, dai quali è stata tratta anche la serie tv “I Durrell – La mia famiglia e altri animali” in onda su LaEFFE.

Le Metamorfosi (o L’asino d’oro), Apuleio

È l’unico romanzo della letteratura latina che è arrivato fino a noi praticamente integro (a differenza del Satyricon). Narra la storia di Lucio, un giovane estremamente curioso e affascinato dalla magia che, a causa di un sortilegio, si ritrova mutato in asino. A partire da quel momento si troverà ad affrontare numerose peripezie, prima di giungere alla conclusione della storia. Le Metamorfosi sono però famose, in modo particolare, perché al loro interno contengono anche la storia di Amore e Psiche che ha ispirato nel corso dei secoli numerosi artisti tra pittori, musicisti e scultori. A metà febbraio (pochi giorni prima che scattasse l’emergenza) ho visto “Amore e Psiche stanti” di Canova alle Gallerie d’Italia di Milano e sono rimasta diversi minuti a fissarne ogni minimo particolare, letteralmente incantata.

Oceano mare, Alessandro Baricco

Uno dei primi libri di Baricco che ho letto, insieme a “Novecento” e uno di quelli che più mi è rimasto dentro, soprattutto in alcune sue parti. Lo stile è sempre quello dello scrittore torinese, strano, spezzato, a volte persino incomprensibile, eppure capace di dare alle sue pagine proprio quell’atmosfera onirica e surreale che gli occorre. E il mare fa la sua parte anche in questo senso: sfugge, uccide, salva i personaggi che hanno a che fare con lui. (Il mio cuore, qui, è per Bartleboom e le sue lettere destinate a quella che un giorno sarà la sua donna – senza sapere chi, dove, quando -, alla quale le consegnerà dicendole solamente Ti aspettavo.)

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