Ci siamo, l’anno si avvia alla fine e tra le somme da fare c’è sicuramente quella dei libri letti durante questi dodici mesi. Lo scorso dicembre mi ero promessa di superare almeno la cifra di 30 e… ce l’ho fatta! Nonostante il poco tempo libero che mi costringe a prendere in mano il libro solo prima di dormire, direi che il risultato è ottimo. (Ovviamente per il 2018 punto a migliorare il record!)
In ogni caso la mia situazione è sempre – perennemente – questa (quanti di voi sono messi come me?):

Riguardando la lista dei titoli (ne tengo sempre una in fondo all’agenda), mi sono resa conto di essermi dedicata molto alle serie, dato che circa la metà di essi appartiene proprio a storie che si sviluppano in vari volumi. (Escludo da questa top 10 la rilettura – l’ennesima – della saga di Harry Potter, perché si sa che sono una potterhead da sempre e quindi i sette libri della Row li consiglierò vita natural durante.)
Ecco, quindi, la mia classifica. Di qualcuno di questi vi ho già raccontato qualcosina, di altri magari lo farò più in là.
- Il gattopardo, Giuseppe Tomasi di Lampedusa
Si può considerare un classico un romanzo che nel 2018 compie appena sessant’anni? Al nostro patrimonio letterario appare tale, sebbene le peripezie affrontate prima di esser pubblicato (postumo) ne abbiano messo a repentaglio l’esistenza.
La storia del principe Fabrizio Salina, che assiste alla decadenza della nobiltà siciliana dopo lo sbarco di Garibaldi, rivela uno sguardo non propriamente parziale sulle vicende di quell’epoca, il che fa sì che “Il gattopardo” non possa essere definito un romanzo storico. Anzi esso appare più come una sorta di lunga riflessione metafisica di don Fabrizio – all’interno della narrazione – sui temi dell’agire umano, della morte o del tempo, tutti caratteri tipici in particolare del Decadentismo. È uno di quei romanzi che va letto almeno una volta nella vita, come tutti i classici che si rispettino.
- Il signore degli anelli, J. R. R. Tolkien
Iniziato l’anno scorso – infatti lo trovate anche nella top 10 del 2016 – e terminato quest’anno con la lettura de “Le due torri” e “Il ritorno del re”. Che dire, ho finalmente compreso perché Tolkien sia stato una fondamentale fonte di ispirazione per molti scrittori venuti dopo di lui. Inoltre, dopo averlo letto, ho avuto la conferma di poter usare questa trilogia come prova del fatto che il genere fantasy e il messaggio cristiano non sono incompatibili (non che avessi particolari dubbi in merito). In ogni caso, anche questa è una delle pietre miliari della letteratura che chiunque dovrebbe possedere. (Sì, bellissimi i film, ma leggetevi i libri che sono sempre meglio di ciò che appare sul grande schermo! 😉)
- L’allieva, Alessia Gazzola
La serie che vede protagonista la specializzanda in medicina legale Alice Allevi rappresenta uno di quei rari casi in cui anche i gialli riescono a rientrare tra le mie preferenze. Alice è imbranata – decisamente più di me -, ma nello stesso tempo ha un intuito e una cocciutaggine che la rendono una perfetta detective. Nel campo delle indagini i risultati sono sempre ottimi, in quello sentimentale un po’ meno. Sappiate solo che, spesso e volentieri, l’avrei presa a schiaffi. Ma bisogna immergersi nella storia per capirne i motivi!
- Io e il Papu, Luigi Garlando
Un breve romanzo che è in grado di toccare con delicatezza e senza retorica uno dei temi caldi di questo periodo, il terrorismo: Arcadio, undici anni, non parla dal giorno in cui si è trovato coinvolto con la famiglia in un attentato. Comunica solo tramite le figurine dei calciatori, ai cui nomi e cognomi associa i termini da usare. Ed è una busta contenente quattro di queste figurine che viene recapitata in Vaticano, a Papa Francesco, il quale riesce ad interpretare la richiesta di aiuto di Arcadio e decide che aiutarlo è più importante persino degli impegni della Settimana Santa. E che anche lui, in fondo, ha bisogno di un aiuto che non trova nei palazzi oltre Tevere…
Vorrei tanto aiutarlo, ma come faccio? Non riesco neanche a parlare. Ci siamo seduti su una panchina dei Giardini Vaticani e gli ho proposto una partita a figurine perché so che gli piace.
Insomma, non importa essere bambini o adulti, chiunque può fare il tifo per la partita di Arcadio e del suo allenatore d’eccezione.
- Storia e geografia del Giro d’Italia, Giacomo Pellizzari
Di questo libro ne abbiamo già parlato qualche mese fa, in un’intervista con l’autore che trovate qui e che ve lo presenta perfettamente. Scontato che finisse in questa classifica? Forse. (Ma effettivamente lo pensavo fin da prima di leggerlo, quindi la risposta può benissimo essere “sì”.)
- Il diario del gregario, Marco Pastonesi
Ero alla ricerca di libri da cui trarre ispirazione per la futura (prima o poi arriva davvero) tesi di laurea e sono capitata su questo volumetto che raccoglie tre diari scritti da tre gregari d’eccezione durante il Giro d’Italia 2002, 2003 e 2004. Senza nemmeno farlo apposta, Michele se n’era appena andato quando l’ho acquistato e il primo nome che mi sono trovata davanti è stato il suo. Che fai, non ti commuovi un attimo? Tanto poi, leggendo i suoi racconti, ti scappa solo da ridere.
Dopo di lui troviamo Marzio Bruseghin e Andrea Noè. Da ogni pagina di questi diari emerge il senso vero di una vita da gregario, poche vittorie – a volte nessuna – e tanti sacrifici per portare il proprio capitano più in alto possibile. Quanto amore ci vuole per un mestiere come questo?
Io dico che se ti comporti così, non lo fai solo perché anche questo è un lavoro. Sotto, oltre ai lividi e alle cicatrici, c’è dell’altro: passione.
- Isole minori, Lorenza Pieri
La storia di due sorelle che ha come centro l’isola del Giglio e che si dipana per una quarantina d’anni a partire dagli anni Settanta. C’è Caterina, la sorella maggiore, quella forte. C’è Teresa, la voce narrante, la sorella minore che non riesce a non soccombere all’enorme carisma di Caterina. C’è la storia dell’Italia che si intreccia con quella piccola isola selvaggia dall’inizio alla fine del romanzo. Ma soprattutto c’è la forza di Teresa che, pur sembrando la più debole di tutti, alla fine sa comprendere fino in fondo il legame con la propria terra, proprio nel momento in cui tutte le certezze vengono spazzate via in quella notte d’inverno in cui una nave da crociera naufraga sulle coste del Giglio.
- Le otto montagne, Paolo Cognetti
Senza alcun dubbio, il mio libro dell’anno. Ve ne ho parlato qui. Io l’ho amato davvero tanto, perciò, se non l’avete letto, dovrete rimediare. (Non è una minaccia, ma un consiglio molto, molto appassionato.)
- Ogni storia è una storia d’amore, Alessandro D’Avenia
Un nome, una garanzia. I suoi libri sono luce, aspetto sempre il prossimo con il desiderio di immergermi tra le sue pagine e la certezza di trovarle pullulanti di vita.
In questo caso c’è il mito di Orfeo ed Euridice a fare da tramite fra trentasei storie di donne, compagne di scrittori, poeti, registi, artisti. Incarnazioni della Musa o avversarie di essa, sono talvolta accomunate ai loro uomini dallo stesso tragico destino, talvolta ne salvano la memoria. Ma ciò che emerge da tutte queste storie è il senso dell’amore vero, che è quello che ci salva facendoci uscire dall’egoismo e donandoci il senso della nostra mortalità ed immortalità insieme.
Così Orfeo attraversa il labirinto dei morti, affronta la paura di morire, proprio perché ha molto amato, si è sottoposto al rischio di perdere ciò che amava e lo ha realmente perso. Chi vuole amare deve morire sempre, perché amare è scoprire che non si ha il controllo dell’amato, neanche di se stessi, perché non si ha conoscenza di se stessi se non attraverso la relazione con l’altro.
- Teutoburgo, Valerio Massimo Manfredi
La mia passione per la storia antica è una di quelle che non mi abbandona mai. Se poi viene stimolata dai romanzi di Manfredi, è la fine: quando ho voglia di cadere dritta in quelle epoche mi basta aprire uno dei suoi libri e ci finisco dentro all’istante.
Nel caso di “Teutoburgo” si compie un viaggio nell’età augustea, tra Roma, l’Oriente e, ovviamente, la Germania. La storia dei due fratelli Armin e Wulf e dei loro destini che si incrociano con la storia imperiale fino alla più famosa sconfitta subita dall’esercito romano nel 9 d.C., fa da cornice ad un sempre nuovo affresco di quella civiltà che è in grado di stupirmi da qualsiasi lato io la osservi.
Prima di chiudere vorrei fare una doppia special mention per i libri di due amiche e “colleghe di blog” capitate nella mia vita per merito del ciclismo – e proprio di questo, ovviamente, parlano i loro lavori.
- 20.000 km: Viaggio nel cuore del ciclismo, Miriam Terruzzi
Un best of dei migliori post del blog di Miriam. Le gare di un giorno o di pochi, un giro veloce tra Roubaix e le Fiandre, il Giro d’Italia e il Tour de France: insomma, un viaggio a tutto rock, come una delle tante anime più o meno nascoste di questo sport.
Lo trovate qui.
- Porta il coraggio con te, Giulia Scala Marchiano
Cento volte Giro d’Italia, da festeggiare. Un’edizione da raccontare, come sempre. E le favole di Giulia sono qui per questo, uscite anch’esse dal virtuale e diventate pagine da sfogliare apposta per questa occasione. Chissà che, leggendolo, non impariamo un po’ di più anche noi a portarci dietro il coraggio che a volte ci manca.
Potete trovarlo qui (versione cartacea) o qui (versione ebook).