Abitando sul lago, conosco a memoria i profili delle montagne. Le conosco un po’ meno, purtroppo, per quello che possono regalare se ci si avventura tra le strade strette che salgono dalle rive su verso i 1000 metri e oltre.
Nascondono paesini poco abitati che si riempiono d’estate e panorami stupendi che si aprono in qualunque direzione si punti lo sguardo: verso il basso o verso l’alto, basta scegliere. Ho ancora molto da esplorare, qui in mezzo.
Sì, la Val Veddasca è uno di quei luoghi poco noti che potrebbero invece dare molto ai turisti, ma soprattutto a noi che ci viviamo vicino e spesso ci dimentichiamo di apprezzare – e, di conseguenza, di esaltare. Quanti sanno, ad esempio, che c’è un ponte romano perfettamente percorribile che unisce i paesi di Cadero e Graglio?
Tra i luoghi che più preferisco in mezzo a tutto il verde che nelle belle stagioni riempie a non finire i versanti dei monti, c’è l’azienda agrituristica Pian du Lares: ristoro, prodotti a km 0 frutto di agricoltura e allevamento nel rispetto rigoroso della natura e fattoria aperta per grandi e piccoli, per far conoscere a tutti un modo di vivere che sempre più persone stanno riscoprendo.
Il ristoro è aperto sabato e domenica nei mesi da febbraio a novembre e tutti i giorni nei mesi estivi (metà luglio – metà settembre). Si può mangiare sia all’esterno sia nella sala interna, caratterizzata da un arredamento tipicamente montano, con legno ovunque, un bel camino e vecchi utensili appesi dappertutto. (Io ci farei la firma per poter vivere in una casa di questo genere.)
Da mangiare non mancano mai i salumi e i formaggi della casa, le carni degli animali lì allevati o addirittura della selvaggina e la polenta – buonissima quella cucinata insieme alle erbe di campo e condita con una fonduta di formaggi misti, mai mangiata altrove.
I prodotti sono anche acquistabili in uno spaccio aperto tutti i giorni della settimana, oltre che in alcuni mercati di Milano e nella rete dei GAS.
Tra i formaggi segnalo in particolare la Formaggella del Luinese DOP (già protagonista di qualche mia ricetta), la ricotta e il primosale di capra – pazzeschi -, la Ginestrina, e il Capracanta (pare così chiamato per l’odore pungente che sviluppa durante la stagionatura).
Anche i salumi sono genuini e buonissimi. Io ho acquistato un salame freschissimo che avrebbe dovuto stagionare, ma… ha resistito una settimana. Particolare e gustoso anche il violino di capra.
Dietro ai recinti – pochi – e in mezzo ad un prato vasto e pieno di fiori pascolano le vacche, mentre poco più giù i belati delle capre si fanno sentire insieme ai continui chicchiricchì del gallo e i coccodè delle galline. Non ho visto i maiali, ma ci sono anche loro.
Per puro caso mi è capitato di assistere ai primi minuti di vita di un capretto e credo che questa esperienza rimarrà tra i miei ricordi più intensi. Osservare la madre che con immensa cura pulisce il suo piccolo dalla placenta, il gregge che si accorge del nuovo arrivato e si avvicina pian piano per dargli il benvenuto, i tentativi del capretto di alzarsi in piedi e muovere i primi piccoli passi incespicando sul terreno sconnesso: mi sono sentita una bambina piccola, zeppa di meraviglia e stupore di fronte ad uno spettacolo perfettamente naturale eppure magico.
Insomma, per trascorrere un giorno in mezzo alla natura, rilassarsi nella quiete, conoscere ed apprezzare i prodotti locali, questo è un posto perfetto.
Io spero di tornarci il prima possibile. (E di proseguire le mie scoperte!)
Per maggiori informazioni: https://www.piandulares.it
(Per mangiare al ristoro è consigliata la prenotazione.)